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I segreti del "colosseo nero"

2021-01-13 11:38

Ludum Science Center

Scienza e storia,

I segreti del "colosseo nero"

L'anfiteatro romano di Catania era una struttura enorme .La sua imponenza era da essere secondo soltanto all’originale capitolino.

L'anfiteatro romano di Catania era una struttura enorme .
La sua imponenza era da essere secondo soltanto all’originale capitolino.
In questo monumento l’impronta dell’Etna si vede inequivocabilmente, visto che la lava ha una parte fondamentale nell’edificio, soltanto in parte rivestito da marmo bianco.
Oggi è nascosto quasi interamente sotto le moderne costruzioni ma è visibile al di sotto del livello stradale dove si conserva il corridoio che gira lungo il muro del podio; l’estensione dell’edificio interessa molte vie che si irradiano dalla piazza Stesicoro; alcune porzioni dell’alzato della costruzione si possono vedere in due traverse della via Manzoni (una di queste ha il suggestivo nome di via del Colosseo).
Dal punto di vista costruttivo l’anfiteatro è formato da una cavea di 14 gradini divisi in tre ordini con podio e ambulacri (corridoi coperti) di accesso alle gradinate disposti su tre piani che corrispondevano ai due ordini di arcate esterne e all’attico.
Il suo perimetro esterno è di 309 metri, il perimetro dell'arena è di 192 metri e si è calcolato che poteva contenere 15.000 spettatori seduti e quasi il doppio con l’aggiunta di impalcature per i posti in piedi.
Come principale materiale da costruzione fu utilizzata, come in altri monumenti romani, la pietra lavica combinata con la malta cementizia e i mattoni; nella piccola porzione di arena che si è conservata sono raccolti alcuni frammenti decorativi che abbellivano la costruzione.
Nel complesso gli architetti romani riuscivano ad ottenere l’effetto di una solennità equilibrata modulata dalle proporzioni che non sono mai esagerate nè in senso orizzontale né in senso verticale.
La vasta costruzione, che ha forma ellissoidale, aveva le gradinate che ruotavano intorno a uno spazio centrale, da qui il nome di anfiteatro: teatro dove si svolgevano i giochi e gli spettacoli di vario genere.
Tra i più richiesti: i combattimenti fra gladiatori, quelli fra uomini e belve feroci e le battaglie navali quando, grazie a complessi meccanismi idraulici, si riusciva a trasformare l’arena in una grande piscina piena d’acqua.
La datazione dell’edificio, ancora incerta, si basa sullo studio e il riconoscimento delle tecniche di costruzione; in tal senso gli archeologi hanno formulato l’ipotesi che l’anfiteatro di Catania possa risalire alla metà del II secolo a.C.
Al tempo di Teodorico il monumento era già in profondo stato di abbandono; Ruggero il Normanno utilizzò le sue possenti strutture per ricavare le pietre che gli servirono per innalzare la cattedrale.
Alla fine dell'ottocento la piazza era completamente chiusa, anzi, nel luogo ora occupato dallo scavo erano sistemate aiuole ornamentali.
I lavori per riportare alla luce l’anfiteatro furono iniziati nel 1904, per volontà del sindaco De Felice che affidò l’impresa all’architetto Filadelfo Fichera, e si conclusero nella primavera del 1906.
L’opera fu inaugurata ufficialmente sei mesi dopo e, nel 1907, fu visitata da re Vittorio Emanuele III che venne a Catania per inaugurare l’Esposizione Agricola.
Una leggenda, racconta che nel 252 una violenta eruzione dell’Etna abbia sfiorato l’anfiteatro senza raggiungerlo, perché protetto dal velo di Sant’Agata, martirizzata lì poco tempo prima: quella spaventosa eruzione passò alla storia come la colata di Sant’Agata.
Ma la più conosciuta e misteriosa storia legata alla costruzione, è certamente quella in cui una scolaresca scomparve nel nulla mentre si trovava in visita all’interno del “Colosseo nero”.
In una data non precisata narra la leggenda , una classe elementare, formata da 25 bambini con 4 maestre, è scomparsa misteriosamente nell’Anfiteatro.
La scolaresca, dopo aver visitato la parte visibile del monumento catanese, decise di avventurarsi presso la parte sotterranea (quella che era stata sommersa dalla lava dell’Etna) non completamente accessibile al pubblico.
Qualcosa di strano però accadde: scomparvero tutti senza lasciare alcuna traccia.
Le ricerche vennero immediatamente approntate, ma nessuno fu mai ritrovato.
Qualche volta nelle notti più magiche come quella di San Giovanni o il 2 novembre c'è chi giura di sentire le maestre e i bambini chiedere disperato aiuto , ma se qualcuno lo facesse verrebbe attratto per l'eternità nelle viscere di “Catania vecchia” e verrebbe sostituito da uno dei dispersi che tornerebbe ad errare per il mondo per una sorta di equilibrio cosmico ma senza l'anima.
Garantiamo però che la leggenda è falsa sia perchè non esistono riscontri storici sia per esperienza diretta da monelli che passavano ore a giocare nelle rovine mal custodite che è impossibile perdersi all’interno del “Colosseo nero” data la sua forma ovale , interrotta dal lato est da una serie di crolli dopo poche centinaia di metri dall'imbocco presso piazza Stesicoro .
Esistono però una serie di cunicoli sotterranei segreti simili ad un labirinto. Questi mettono in comunicazione vari edifici storici romani presenti a Catania.
Si possono raggiungere facilmente da “Catania Vecchia” i resti della chiesa di Sant'Euplio a Piazza borsa e a rischio di sguazzare nei liquami , Villa Cerami sede della Facoltà di Giurisprudenza , un passaggio permette di arrivare in un cortile privato in via Manzoni .
Ma perdersi nei cunicoli non è possibile non sono tanto articolati .
Nel 2015 l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali (Ibam) del Cnr ha condotto alcune indagini sul sito archeologico.
L’impiego di nuove tecnologie e un lavoro multidisciplinare hanno consentito la realizzazione di una ricostruzione 3d dell’anfiteatro come si presentava in età imperiale.
Un monumento che comunque andrebbe valorizzato oltre i miseri tre giorni di apertura ad orari condizionati di oggi.(fatto salvo le restrizioni governative attuali).
Comunque se volete si può scavalcare come facevamo noi da piccoli all'altezza di via Manzoni , ma fatelo a vostro rischio e pericolo se vi perderete per l'eternità noi non abbiamo colpe.

Fonti : siviaggia.it/viaggi/misteri-colosseo-nero-katane ; /leviedeitesori. com ; goccediperle.it ;

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