Il Mandorlo e' una pianta originaria dell'Asia centro occidentale .
Venne introdotto in Sicilia dai Fenici, proveniente dalla Grecia, tanto che i Romani lo chiamavano "noce greca".
Non ha particolari esigenze climatiche, considerato che vive bene sia nei climi caldi che ne climi più freddi resistendo a temperature anche di 15-20° sotto zero, ha anche scarsa sensibilità alla siccità.
Il mandorlo, insieme all'olivo e a poche altre specie minori è uno dei principali protagonisti del paesaggio agrario siciliano al quale imprime caratteri inconfondibili soprattutto nel periodo invernale allorquando i nudi rami vengono coperti da migliaia di fiori bianchi o rosati. La sua presenza è particolarmente significativa nella provincia di Agrigento, dove i mandorli si presentano in sfolgorante e precocissima fioritura al cospetto delle grandiose testimonianze della storia e dell'arte, sulle pendici dell'Etna, nel siracusano, nel ragusano, così come in tante altre parti dell'Isola.
La coltivazione in Italia è concentrata prevalentemente in Sicilia e in Puglia. Le due regioni insieme coprono il 96,4% della produzione totale e il 95,0% della superficie interessata. Tra la fine dell'ottocento e l'inizio del 900 la Sicilia era primo produttore del mondo, adesso è scivolata tra gli ultimi posti rivestendo un ruolo marginale. Il mercato è tutto nelle mani della California, che produce il 85% delle mandorle commercializzate nel mondo.
Dal 1937 fino ad oggi , ad Agrigento si svolge la sagra del mandorlo in fiore con un calendario che è cresciuto con il passare del tempo. Dal 1954 ha anche accolto il Festival Internazionale del Folklore.
Nel 2011, durante il festival "Cubaita della Concordia", venne creato il torrone più lungo mai esistito, con una lunghezza di 660 metri: è stato preparato con 1.500 chili di mandorle e 1.000 chili di zucchero ed è entrato a far parte del catalogo del Guinness World Records.
Le mandorle sopratutto quelle amare contengono quantità notevoli di cianuro , uno tra i pochi veleni che il nostro corpo non riesce a distinguere come tossici , per questo sono state usate spesso come ingredienti per potenti veleni.
Giambattista Della Porta (1535-1615), filosofo, alchimista e commediografo campano, mise per iscritto una ricetta di una porzione velenosa di sua invenzione molto utilizzata a Napoli e dintorni: calce viva, vetro filato, aconito, arsenico giallo e mandorle amare con miele.
Un suggerimento se vi hanno avvelenato con cianuro , l'antidoto è lo zolfo che riesce a renderlo meno pericoloso per l'uomo.
Secondo un’antica leggenda , la fioritura del mandorlo, sarebbe da ricondurre alla storia di Acamante e Fillide.
Fillide, giovane e bellissima principessa Tracia, figlia di Sitone, era innamorata di Acamante, figlio di Teseo e Fedra.
Durante la guerra di Troia, Acamante partì con Diomede, al seguito degli Achei.
Trascorsi dieci lunghi anni, i reduci iniziarono a tornare in patria.
La principessa, non vedendo tra loro Acamante, ritenne che fosse morto e presa dalla disperazione, si tolse la vita.
La dea Atena, impietositasi per questa tragedia, trasformò Fillide in un albero: il Mandorlo.
Ma Acamante, non era morto.
Tornato tardivamente in patria, seppe della morte di Fillide e della sua avvenuta trasformazione in mandorlo.
Acamante non potè fare altro che abbracciare piangendo l’albero nel quale era stata trasformata la sua amata. Fu così, che all’improvviso, i nudi rami del mandorlo si ricoprirono di fiori anzichè di foglie, quasi a voler ricambiare il tenero abbraccio di Acamante. Come vedete sembra il finale di Romeo e Giulietta (forse questa storia ha influito quella scritta da Shakespeare). Comunque la mandorla è buonissima.
Fonti wikipedia. com