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L'isola delle donne volanti

2021-03-03 12:36

Ludum Science Center

Scienza e storia,

L'isola delle donne volanti

Il vulcano spento d’Alicudi, abitato da pochissime persone, conserva intatta la sua forma conica: è l’isola dell’arcipelago delle Eolie meno visitata

Il vulcano spento d’Alicudi, abitato da pochissime persone, conserva intatta la sua forma conica: è l’isola dell’arcipelago delle Eolie meno visitata dai turisti. Basti pensare che fino a qualche anno fa non c’era la corrente elettrica e ci si muoveva esclusivamente con gli asini.
La piccola comunità di Alicudi, rimasta isolata per secoli, deve la sua sopravvivenza alle scorte alimentari provenienti da Palermo e dalla vicina Filicudi, visto che l’unica risorsa alimentare presente sull’isola, oltre a qualche pianta di ficodindia e capperi, è la pesca. Questa dipendenza era ancora più stretta fino agli anni Sessanta, quando gli approvvigionamenti di cereali arrivavano, quando andava bene, una volta al mese.
Tra i pochi abitanti si conta qualche comunità di tedeschi , rifugiati nella località più alta e remota dell’isola, denominata Montagna.
Le case sparute sono costruite in luoghi impervi.
Il motivo per cui le abitazioni sono state costruite in luoghi tanto scomodi è facilmente comprensibile se si ricordano le frequenti incursioni di barbari e pirati delle quali sono state oggetto per millenni le rotte del Tirreno.
Ne è un esempio il Timpone delle femmine, una località di Alicudi quasi inaccessibile, dove venivano rinchiuse le donne dell’isola durante le incursioni di predoni e corsari.
Piccolo eremo arcobaleno Alicudi , conosciuta anche con il nome greco di Ericussa. A causa della grande quantità di eriche che fioriscono sui suoi verdi costoni, che è chiamata anche Isola viola.
Ma oltre alla natura selvaggia, Alicudi è celebre, almeno nell’immaginario eoliano, per la gran quantità di mahare, indovini, guaritrici e oracoli. Centinaia sono i racconti che hanno come protagonisti giovani e vecchi, donne e bambini di Alicudi che leggono il futuro, bloccano le tempeste, volano in cielo con le barche e parlano con demoni e santi.
Nell’Isola, si trova la famosissima “Fossa Felci” un vulcano spento, nel quale cratere è ospitata una ricca vegetazione. La leggenda narra che la sera del 24 giugno – il giorno dedicato a San Giovanni Battista – se ci si reca tra i boschi dell’Isola e si rimane svegli mantenendo lo sguardo verso una felce qualsiasi, senza mai distoglierlo, alle luci dell’alba si può vedere nascere un fiore magico: il fiore di San Giovanni. Questo con proprietà magiche è oggetto d’interesse sia al diavolo che alle streghe. L’antica popolazione della Sicilia, fino ai primi del ‘900, la denominavano infatti “Isola del diavolo” o “delle streghe”.
Un'altra leggenda che si racconta su quest’isola è quella delle donne volanti che la notte spiccano il volo dal balcone verso Palermo o le altre isole , dopo aver bevuto acqua nella quale vengono messe strane bacche nere ( sembra che sia un fungo allucinogeno derivante dalle segale cornute). Oltre le donne che volano anche gli uomini hanno reazioni psichiche e si trasformano in animali.
A parte le leggende l'isola è una meraviglia per il corpo e lo spirito da andare a visitare con rispetto e spirito di adattamento.

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